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Lo
yoga: la pace che sta oltre l' intelligenza -
La parola " yoga " la si fa risalire al sanscrito e
vuol dire unione e' una disciplina psico-fisica tendente all' unione del Sè
individuale con il Sè universale e, quindi, alla liberazione ( moksa ). E' in
uso in India da tempi molto antichi, probabilmente antecedenti a Veda e all'
invasione indoeuropea. E' una disciplina che se vissuta sino in fondo e'
fortemente spiritualista le cui basi speculative risiedono nella teoria Sāmkhya
e costituisce la controparte operativa di tutti i sistemi filosofici indiani e
di tutte le dottrine religiose, ortodosse ( brahmanesimo ) ed eterodosse (
buddhismo, jainismo ). Teista a differenza del Sāmkhya, poiche' crede in un Dio
personale ( Iśvara ) che ogni yogin deve meditare al centro del proprio cuore,
ha come fine immediato la purificazione dell' anima dalle cinque impurita' (
kēsla): ignoranza, egoità, attaccamento a cio' che non è il Sè, avversione,
attaccamento al mondo e, la dissoluzione delle modificazioni ( vritti )
continue cui è soggetto il pensiero ( citta ).
Lo
yoga risulta oggi una disciplina abbastanza diffusa e sotto certi aspetti di
moda in occidente un fenomeno che pero' si risolve spesso in una complessa ed
elaborata ginnastica da camera, spesso benefica, ma i cui reali effetti se non
si procede fino alla conoscenza trascendente sono lontani dal divenire sotto l'
aspetto puramente terapeutico. Secondo Jung che ammirava la filosofia yoga: "
Essa unisce materia e spirito in modo straordinariamente completo " egli
osservava tuttavia che, in occidente, tende a diventare o un fatto religioso o
un metodo di esercizio fisico e concludeva che essa è inconcepibile e perciò
inefficace senza le idee su cui si fonda. Secondo la concezione generale dello
yoga la salute fisica o psichica, non è semplicemente uno stato di assenza delle
malattie, bensì uno stato in cui mente e corpo sono portati al massimo grado di
funzionalita' . Un individuo puo' " allenarsi " per conseguire un migliore stato
di salute così come un atleta si allena per raggiungere il grado ottimale di
forma. Viene detto " classico " lo yoga codificato da Pantañjali ( II secolo
d.c. tale datazione è però discussa ), nel suo Yogasũtra ( Aforismi dello yoga
), ma esistono anche forme di yoga non classico quali il Kriyā yoga ( yoga dell'
azione ) fondato sui quattro anģa inferiori; il Rāja yoga ( yoga reale ) sui
quattro anģa superiori; il Mantra Yoga ( yoga dei mantra ) che fa un uso
particolarmente ampio dei mantra; lo Hatha yoga ( yoga violento ), cosiddetto
per la pericolosità e la violenza delle tecniche praticate; il Laya yoga ( yoga
delle dissoluzioni ) simile al precedente ad ogni modo esistono anche altre
tecniche e potra' capitare che alcuni testi diano ad alcuni uno stesso nome ma
con un senso diverso. Lo yoga in generale si articola secondo otto gradi detti anģa ( membra ) di cui quattro inferiori e quattro superiori.
I primi ( anģa inferiori ) vengono denominati: Yama ( proibizioni ): non
uccidere, non rubare, ecc...; Niyama ( prescrizioni ): astinenza sessuale,
ecc...; Āsana ( posture del corpo ); Pranāyāma ( controllo del respiro ), essi
trovano il loro compimento negli anģa superiori: Pratyāhara ( ritrazione dei
sensi dagli oggetti esteriori all'interno di sè ); Dhārana ( concentrazione );
Dhyāna ( meditazione ); Samādhi ( estasi ). Otto fasi, dunque: astensione,
osservanza, portamento, controllo del respiro, distacco dai sensi,
concentrazione, meditazione e contemplazione. Le prime due fasi sono di
preparazione, la terza è l' inizio del processo apportatore di salute. La
concentrazione parte dalla colonna vertebrale ( alla base della quale giace
addormentata la Forza Vitale o Kundālini che l' adepto perfetto riuscirà a
risvegliare in sè ). Il praticante deve imparare a tenere testa, collo e dorso
ben dritti, in base al principio che un corpo ben equilibrato puo' tenersi
diritto senza sforzo. Viene poi il controllo della respirazione, fattore di
fondamentale importanza nello yoga, poiché il ritmo della respirazione tradisce
lo stato emotivo di un soggetto, ed è calmo e regolare quando egli è sereno. E'
valido anche il processo inverso e cioè chi riesce a controllare la propria
respirazione può anche acquisire un controllo sempre maggiore delle proprie
emozioni. L' approccio alle āsanas deve essere graduale e guidato prestando
attenzione a non forzare, non stancarsi ed accettare il proprio limite. Le
posizioni devono essere stabili e comode e raggiunte senza sforzo o tensione
mentale.
E'
inoltre fondamentale l' approccio allo yoga e cioe' chiedersi che tipo di yogin
sei perche' puo' coinvolgere ogni aspetto della vita oppure essere limitato ad
una pratica salutare da compiersi ad intervalli regolari. Fra le applicazioni
dello yoga una parte importante spetta alla terapia, poco conosciuta e praticata
in occidente, ma diffusa in India dove trova largo spazio nelle istituzioni
ufficiali e dove ricerche e documentazioni ne provano l' efficacia nella
prevenzione e cura di numerosi disturbi: asma bronchiale, disturbi
cardiovascolari, ulcera, ernia, coliti, gastriti, stati ansioso-depressivi,
disturbi legati allo stress o a sovraffaticamento, esaurimenti nervosi, astenia,
disturbi psicosomatici e psichici. La parte " esoterica " dello yoga - Lo yoga
tratta la respirazione in modo completo essa rappresenta la piu' importante
delle nostre funzioni ed in molti ignorano gli effetti della respirazione sul
corpo e sulla mente, davvero in pochi secondo lo yoga conoscono la sua
importanza nell' alimentare lo spirito che e' in noi ed affidano al respiro la
capacita' di stabilire un contatto terra-cosmo,' grazie al Prana l' energia
vitale, l' alito. Il Prana secondo lo yoga circola nel corpo grazie a dei canali
impercettibili denominati nadi, dal termine sanscrito nad che significa
movimento i nadi attraversano il nostro corpo astrale.
Lo yoga suppone che il corpo astrale abbia la stessa forma e la stessa
dimensione del corpo fisico, la teoria assicura la presenza in ognuno di sette
corpi incluso quello fisico. La teoria del prana anche se con nomi diversi, non
e' conosciuta solo dagli yoghin indiani ma era nota anche alle antiche scienze
occulte egiziane, ebraiche, tibetane e cinesi in seguito incorporata nello Zen
giapponese importata proprio dalla Cina e infine in quella greca, pare che anche
i primi cristiani ne fossero a conoscenza.
Sette sono anche i chakra o centri vitali del corpo sottile e sovrapposto a
quello fisico , il piu' basso e' il Mulhadara , situato alla base della spina
dorsale a lui lo yoga demanda il controllo del processo di evacuazione e
corrisponde al plesso sacrale. E' il centro occulto del nostro corpo, in esso
risiede la forza segreta, assopita, definita Kundalini, il risveglio di questa
misteriosa energia rappresenta l' apice della dottrina yoga. Tutta la pratica
yoga tende al risveglio dell' energia ed esistono esercizi speciali che possono
accellerarne il processo anche in pochi giorni. Il secondo chakra a salire e' il
Svadishtana, e' situato di fronte ai nostri organi genitali, controlla gli
impulsi sessuali. Il terzo chakra, Manipura situato di fronte all' ombelico
corrisponde al plesso solare. Il quarto chakra , all' altezza del cuore,
controlla la respirazione e corrisponde al plesso cardiaco. Il quinto chakra
Visuddha dietro alla gola controlla le corde vocali e corrisponde alla faringe.
Il sesto chakra Ajna e' situato tra le sopracciglia e' deputato al controllo del
sistema nervoso autonomo e' la sede del mistico terzo occhio di Shiva. Il chakra
Ajna e' il punto d' incontro dei nadi piu' importanti che attraversano il nostro
corpo, Shushumna, Ida, e Pingala s' incontrano formando il sacro nodo Triveni.
Shushumna e' il nadi principale, situato entro il midollo spinale. Ida scorrendo
attraverso la narice sinistra e' lunare, femminile e fresca. Pingala scorrendo
attraverso la narice destra e' solare, maschile e calda. Gli organi fisici
corrispondenti a Ida e Pingala sono probabilmente le derivazioni simpatiche del
sistema nervoso mentre Shushumna e' il midollo spinale. Il settimo e ultimo
chakra e' il Sahasrara, corrisponde allo stato corticale del cervello noto come
il loto dai mille petali. Tutti i loti o chakra hanno un numero di petali che
varia da due a sedici solo il superiore viene rappresentato con numerosi petali.
Quando la forza di Kundalini si risveglia grazie alla pratica c' e' da
sottolineare anche ascetica, incomincia a salire, si muove dal chakra Mulhadara,
attraverso il nadi centrale Shushumna e attraversa tutti gli altri chakra sino
al superiore Sahasrara, a quel punto l’ asceta raggiunge l' unione del Sè
individuale con il Sè universale e, quindi, la liberazione ( moksa ). Uno stato
di felicita', Samadhi o estasi che e' il culmine della disciplina. Livelli cosi'
alti non sono facilmente raggiungibili, occorrono grandi motivazioni e grandi
guru capaci di insegnare oralmente i passaggi piu' sofisticati dell' estasi.
Quando la forza di Kundalini inizia a scorrere i chakra incominciano a girare
come ruote aprendo i propri petali come quelli dei loti. L' unione tra spirito e
materia e' sicuramente il livello piu' alto del misticismo yogico.
Nello
yoga gli stadi intermedi al Samadhi sono la concentrazione e la meditazione.
Inizialmente chi si addentra nell' addestramento ha notevoli difficolta' a
rimanere concentrato, in pochi secondi la mente lo porta via nelle sue "
turbolenze " e non riescie a trattenere l' oggetto della sua concentrazione.
Tutti gli esseri umani hanno la capacita' di concentrarsi ma pochi la usano
consapevolmente, la maggioranza la usa in modo automatico ed istintivo. L'
ideale per addestrare la concentrazione e' esercitarsi in un luogo tranquillo in
penombra e concentrarsi sulla luce di una candela ad esempio ma puo' essere un
qualunque altro oggetto seduti in una qualunque posizione meditativa anche a
gambe incrociate, l' importante e' rimanere con la spina dorsale dritta, fissare
l' oggetto ed avviare una qualunque tecnica di respirazione profonda, da
rilassati fissare l' oggetto per circa un minuto durante il quale nulla all'
infuori dell' oggetto e' soggetto alla tua attenzione poi chiudere gli occhi si
cerchi di continuare a visualizzare l' oggetto, l' ideale e' trattenere l'
immagine per tempi lunghi ma non e' facile. Esercitandosi si ottengono ottimi
risultati. Il passaggio successivo e' incominciare a riflettere con gli occhi
chiusi sulle qualita' dell' oggetto sino a creare una simpatia e un affetto,
siamo alla meditazione. L' ideale inizialmente e' esercitarsi per 5 o 10 minuti,
il primo passo verso la concentrazione e' l' esercizio delle posizioni yoga, la
respirazione profonda e il rilassamento. Sono davvero notevoli i benefici che l’
uomo puo’ trarre dalla pratica degli insegnamenti yoga e non e’ detto che
bisogna seguirne anche la dottrina, e’ certo ed indiscusso il beneficio per lo
stato fisico e psichico degli individui. Quando si e’ mentalmente tesi ne
risentiamo, il corpo e’ interrelato con la mente e la salute dipende oltre che
dalla flessibilita’ e dalla forza della spina dorsale e dal funzionamento degli
organi della cavita’ toracico-addominale anche dalle tensioni e dallo stress, in
questo senso lo yoga che considera il benessere dello spirito, della mente e del
corpo si presenta davvero come una cultura psicofisica utile a trovare la pace
che sta oltre l' intelligenza. Quella pace che dopo millenni di storia non
riusciamo spesso a trovare.
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