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     Lo yoga: la pace che sta oltre l' intelligenza et  at:  02/06/2014  

Lo yoga: la pace che sta oltre l' intelligenza  - La parola " yoga " la si fa risalire al sanscrito e vuol dire unione e' una disciplina psico-fisica tendente all' unione del Sè individuale con il Sè universale e, quindi, alla liberazione ( moksa ). E' in uso in India da tempi molto antichi, probabilmente antecedenti a Veda e all' invasione indoeuropea. E' una disciplina che se vissuta sino in fondo e' fortemente spiritualista le cui basi speculative risiedono nella teoria Smkhya e costituisce la controparte operativa di tutti i sistemi filosofici indiani e di tutte le dottrine religiose, ortodosse ( brahmanesimo ) ed eterodosse ( buddhismo, jainismo ). Teista a differenza del  Smkhya, poiche' crede in un Dio personale ( Ivara ) che ogni yogin deve meditare al centro del proprio cuore, ha come fine immediato la purificazione dell' anima dalle cinque impurita'  ( ksla, ignoranza, egoità, attaccamento a cio' che non è il Sè, avversione, attaccamento al mondo ) e la dissoluzione delle modificazioni ( vritti ) continue cui è soggetto il pensiero ( citta ). Lo yoga risulta oggi una disciplina abbastanza diffusa e sotto certi aspetti di moda in occidente un fenomeno che pero' si risolve spesso in una complessa ed elaborata ginnastica da camera, spesso benefica, ma i cui reali effetti se non si procede fino alla conoscenza trascendente sono lontani dal divenire sotto l' aspetto puramente terapeutico. Secondo Jung che ammirava la filosofia yoga: " Essa unisce materia e spirito in modo straordinariamente completo " egli osservava tuttavia che, in occidente, tende a diventare o un fatto religioso o un metodo di esercizio fisico e concludeva che essa è inconcepibile e perciò inefficace senza le idee su cui si fonda.  Secondo la concezione generale dello yoga la salute fisica o psichica, non è semplicemente uno stato di assenza delle malattie, bensì uno stato in cui mente e corpo sono portati al massimo grado di funzionalita' . Un individuo puo' " allenarsi " per conseguire un migliore stato di salute così come un atleta  si allena per raggiungere il grado ottimale di forma. Viene detto " classico " lo yoga codificato da Pantañjali ( II secolo d.c. tale datazione è però discussa ), nel suo Yogasũtra ( Aforismi dello yoga ), ma esistono anche forme di yoga non classico quali il Kriy yoga ( yoga dell' azione ) fondato sui quattro ana inferiori; il Rja yoga ( yoga reale ) sui quattro ana superiori; il Mantra Yoga ( yoga dei mantra ) che fa un uso particolarmente ampio dei mantra; lo Hatha yoga ( yoga violento ), cosiddetto per la pericolosità e la violenza delle tecniche praticate; il Laya yoga ( yoga delle dissoluzioni ) simile al precedente ad ogni modo esistono anche altre tecniche e potra' capitare che alcuni testi diano ad alcuni uno stesso nome ma con un senso diverso. Lo yoga in generale si articola secondo otto gradi detti ana ( membra ) di cui quattro inferiori e quattro superiori. I primi ( ana inferiori ) vengono denominati  Yama ( proibizioni ): non uccidere, non rubare, ecc...; Niyama ( prescrizioni ): astinenza sessuale, ecc...; sana ( posture del corpo ); Pranyma ( controllo del respiro ), essi trovano il loro compimento negli ana superiori: Pratyhara ( ritrazione dei sensi dagli oggetti esteriori all'interno di sè ); Dhrana ( concentrazione ); Dhyna ( meditazione ); Samdhi ( estasi ). Otto fasi, dunque: astensione, osservanza, portamento, controllo del respiro, distacco dai sensi, concentrazione, meditazione e contemplazione. Le prime due fasi sono di preparazione, la terza è l' inizio del processo apportatore di salute. La concentrazione parte dalla colonna vertebrale ( alla base della quale giace addormentata la Forza Vitale o Kundlini che l' adepto perfetto riuscirà a risvegliare in sè  ). Il praticante deve imparare a tenere testa, collo e dorso ben dritti, in base al principio che un corpo ben equilibrato puo' tenersi diritto senza sforzo. Viene poi il controllo della respirazione, fattore di fondamentale importanza nello yoga, poiché  il ritmo della respirazione tradisce lo stato emotivo di un soggetto, ed è calmo e regolare quando egli è sereno. E' valido anche il processo inverso e cioè chi riesce a controllare la propria respirazione può anche acquisire un controllo sempre maggiore delle proprie emozioni. L' approccio alle sanas deve essere graduale e guidato prestando attenzione a non forzare, non stancarsi ed accettare il proprio limite. Le posizioni devono essere stabili e comode e raggiunte senza sforzo o tensione mentale. E' inoltre fondamentale l' approccio allo yoga e cioe' chiedersi che tipo di yogin sei perche' puo' coinvolgere ogni aspetto della vita oppure essere limitato ad una pratica salutare da compiersi ad intervalli regolari. Fra le applicazioni dello yoga una parte importante spetta alla terapia, poco conosciuta e praticata in occidente, ma diffusa in India dove trova largo spazio nelle istituzioni ufficiali e dove ricerche e documentazioni ne provano l' efficacia nella prevenzione e cura di numerosi disturbi: asma bronchiale, disturbi cardiovascolari, ulcera, ernia, coliti, gastriti, stati ansioso-depressivi, disturbi legati allo stress o a sovraffaticamento, esaurimenti nervosi, astenia, disturbi psicosomatici e psichici. La parte " esoterica " dello yoga - Lo yoga tratta la respirazione in modo completo essa rappresenta la piu' importante delle nostre funzioni ed in molti ignorano gli effetti della respirazione sul corpo e sulla mente, davvero in pochi secondo lo yoga conoscono la sua importanza nell' alimentare lo spirito che e' in noi ed affidano al respiro la capacita' di stabilire un contatto terra-cosmo,' grazie al Prana l' energia vitale, l' alito. Il Prana secondo lo yoga circola nel corpo grazie a dei canali impercettibili denominati nadi, dal termine sanscrito nad che significa movimento i nadi attraversano il nostro corpo astrale. Lo yoga suppone che il corpo astrale abbia la stessa forma e la stessa dimensione  del corpo fisico, la teoria assicura la presenza in ognuno di sette corpi incluso quello fisico. La teoria del prana anche se con nomi diversi, non e' conosciuta solo dagli yoghin indiani ma era nota anche alle antiche scienze occulte egiziane, ebraiche, tibetane e cinesi in seguito incorporata nello Zen giapponese importata proprio dalla Cina e infine in quella greca, pare che anche i primi cristiani ne fossero a conoscenza. Sette sono anche i chakra o centri vitali del corpo sottile e sovrapposto a quello fisico , il piu' basso e' il Mulhadara , situato alla base della spina dorsale a lui lo yoga demanda il controllo del processo di evacuazione e corrisponde al plesso sacrale. E' il centro occulto del nostro corpo, in esso risiede la forza segreta, assopita, definita Kundalini, il risveglio di questa misteriosa energia rappresenta l' apice della dottrina yoga. Tutta la pratica yoga tende al risveglio dell' energia ed esistono esercizi speciali che possono accellerarne il processo anche in pochi giorni. Il secondo chakra a salire e' il Svadishtana, e' situato di fronte ai nostri organi genitali, controlla gli impulsi sessuali. Il terzo chakra, Manipura situato di fronte all' ombelico corrisponde al plesso solare. Il quarto chakra , all' altezza del cuore, controlla la respirazione e corrisponde al plesso cardiaco. Il quinto chakra Visuddha dietro alla gola controlla le corde vocali e corrisponde alla faringe. Il sesto chakra Ajna e' situato tra le sopracciglia e' deputato al controllo del sistema nervoso autonomo e' la sede del mistico terzo occhio di Shiva. Il chakra Ajna e' il punto d' incontro dei nadi piu' importanti che attraversano il nostro corpo, Shushumna, Ida, e Pingala s' incontrano formando il sacro nodo Triveni. Shushumna e' il nadi principale, situato entro il midollo spinale. Ida scorrendo attraverso la narice sinistra e' lunare, femminile e fresca. Pingala scorrendo attraverso la narice destra e' solare, maschile e calda. Gli orgami fisici corrispondenti a Ida e Pingala sono probabilmente le derivazioni simpatiche del sistema nervoso mentre Shushumna e' il midollo spinale. Il settimo e ultimo chakra e' il Sahasrara, corrisponde allo stato corticale del cervello noto come il loto dai mille petali. Tutti i loti o chakra hanno un numero di petali che varia da due a sedici solo il superiore viene rappresentato con numerosi petali. Quando la forza di Kundalini si risveglia grazie alla pratica c' e' da sottolineare anche ascetica, incomincia a salire, si muove dal chakra Mulhadara, attraverso il nadi centrale Shushumna e attraversa tutti gli altri chakra sino al superiore Sahasrara, a quel punto l’ asceta raggiunge l' unione del Sè individuale con il Sè universale e, quindi, la liberazione ( moksa ). Uno stato di felicita', Samadhi o estasi che e' il culmine della disciplina. Livelli cosi' alti non sono facilmente raggiungibili, occorrono grandi motivazioni e grandi guru capaci di insegnare oralmente i passaggi piu' sofisticati dell' estasi. Quando la forza di Kundalini inizia a scorrere i chakra incominciano a girare come ruote aprendo i propri petali come quelli dei loti. L' unione tra spirito e materia e' sicuramente il livello piu' alto del misticismo yogico. Nello yoga gli stadi intermedi al Samadhi sono la concentrazione e la meditazione. Inizialmente chi si addentra nell' addestramento ha notevoli difficolta' a rimanere concentrato, in pochi secondi la mente lo porta via nelle sue " turbolenze " e non riescie a trattenere l' oggetto della sua concentrazione. Tutti gli esseri umani hanno la capacita' di concentrarsi ma pochi la usano consapevolmente, la maggioranza la usa in modo automatico ed istintivo. L' ideale per addestrare la concentrazione e' esercitarsi in un luogo tranquillo in penombra e concentrarsi sulla luce di una candela ad esempio ma puo' essere un qualunque altro oggetto seduti in una qualunque posizione meditativa anche a gambe incrociate, l' importante e' rimanere con la spina dorsale dritta, fissare l' oggetto ed avviare una qualunque tecnica di respirazione profonda, da rilassati fissare l' oggetto per circa un minuto durante il quale nulla all' infuori dell' oggetto e' soggetto alla tua attenzione poi chiudere gli occhi si cerchi di continuare a visualizzare l' oggetto, l' ideale e' trattenere l' immagine per tempi lunghi ma non e' facile. Esercitandosi si ottengono ottimi risultati. Il passaggio successivo e' incominciare a riflettere con gli occhi chiusi sulle qualita' dell' oggetto sino a creare una simpatia e un affetto, siamo alla meditazione. L' ideale inizialmente e' esercitarsi per 5 o 10 minuti, il primo passo verso la concentrazione e' l' esercizio delle posizioni yoga, la respirazione profonda e il rilassamento. Sono davvero notevoli i benefici che l’ uomo puo’ trarre dalla pratica degli insegnamenti yoga e non e’ detto che bisogna seguirne anche la dottrina, e’ certo ed indiscusso il beneficio per lo stato fisico e psichico degli individui. Quando si e’ mentalmente tesi ne risentiamo, il corpo e’ interrelato con la mente e la salute dipende oltre che dalla   flessibilita’ e dalla forza della spina dorsale e dal funzionamento degli organi della cavita’ toracico-addominale anche dalle tensioni e dallo stress, in questo senso lo yoga che considera il benessere dello spirito, della mente e del corpo si presenta davvero come una cultura psicofisica utile a trovare la pace che sta oltre l' intelligenza. Quella pace che dopo millenni di storia non riusciamo spesso a trovare.

  




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